Mascherine antismog per ciclisti e runner di Milano: come sceglierle, dove comprarle, quanto costano e quali funzionano davvero. La migliore tra Respro, Totobobo, 3M, Overside e Icea.

Per chi va in bici o ama correre nelle strade di Milano, gli automobilisti sconsiderati non sono la sola fonte di preoccupazione. A parte le sportellate a tradimento, dobbiamo anche preoccuparci di un nemico invisibile ma altrettanto insidioso.

Correre o pedalare espone infatti il nostro corpo al pericolo dell’inquinamento da polveri sottili, per intenderci a quelle fantomatiche e pericolosissime sostanze che, a seconda delle dimensioni, vengono chiamate “particolato” e definite da sigle quali PM2,5 o PM10 (per approfondire le differenze ecco una ricerca del ministero della salute sul particolato).

Ora, siccome muoversi in bicicletta o fare attività fisica all’aperto è un sacrosanto diritto di ogni milanese e dato che il comune e la regione continuano a lanciare iniziative anti inquinamento che non danno alcun riscontro duraturo, cosa possiamo fare per tutelare la nostra salute?

Beh, così come abbiamo imparato a bardarci con lucine e lucette folkloristiche e indossare caschi protettivi, è giunto il momento di far diventare di moda anche l’uso delle mascherine anti-particolato che, in moltissime città all’estero come le grandi capitali asiatiche ma anche nella più vicina Londra, sono ormai utilizzate sistematicamente.

Come funzionano, e quali funzionano?

Il principio di funzionamento delle maschere anti smog (attenzione, le mascherine low cost chirurgiche non servono a nulla in quanto non sono dotate di filtri anti particolato!) è molto semplice: il corpo della mascherina si adatta al volto in modo da “sigillarlo” dall’esterno e lo scambio dell’aria avviene attraverso un sistema filtrante che non permette il passaggio, e quindi la respirazione, di polveri superiori a una certa dimensione.

Esistono delle certificazioni internazionali (es. la N95 statunitense o il sistema FFP1,2,3 europeo) che consentono di capire la qualità filtrante della maschera, e alcuni produttori offrono dati e studi indipendenti per dimostrare l’efficacia dei propri prodotti. In generale, per i ciclisti e corridori milanesi che ogni giorno si muovono nel traffico per almeno un’ora è opportuno non accontentarsi di maschere FFP1 (che sono già molto efficaci in caso di utilizzo sporadico, ma visto che ci siamo…) e di puntare a soluzioni FFP2 o N95 in grado di agire significativamente anche sulle polveri sottili identificate come PM2,5 o inferiori.

Come scegliere la maschera per noi

Gli elementi chiave per individuare la propria maschera sono tre:

  1. Estetica ed ergonomia
  2. Tipo e frequenza di utilizzo
  3. Costo

Il fattore estetico, al quale sono legate anche la forma e la capacità di adattamento della maschera al nostro volto – se ci sono spifferi o è scomoda da indossare la maschera serve a ben poco – è fondamentale. Purtroppo al momento salvo alcuni modelli venduti in cina le maschere in commercio sono davvero orribili. La più famosa, proprio perché si nota molto, è la Respro che, nella migliore delle ipotesi, ci fa sembrare Hannibal Lecter e fa scappare i bambini…  Per quanto riguarda la frequenza di utilizzo, se andiamo in bici saltuariamente possiamo accontentarci di economiche ma potentissime maschere “da lavoro industriale” (solo se siglate come N95, FFP1,2 o 3) usa e getta della 3M o dell’italiana Icea. Per utilizzo quotidiano è invece consigliabile trovare una maschera con filtri intercambiabili (tipo Totobobo o dell’italiana Overside).

Prezzi e dove comprarli

Partendo dalla marca più nota, l’inglese Respro, possiamo dire che un kit composto da maschera standard più due filtri a carboni attivi (con i quali si “tira” a Milano per 4 mesi muovendosi 1 ora al giorno) si può comprare online con circa 50 euro (i filtri supplementari costano poi a seconda dei modelli meno di 10 euro l’uno). Dopo averla provata per anni, diventa difficile riuscire a non percepire la differenza quando non la si usa. Per chi volesse testare una soluzione made in italy qualitativamente molto simile alla Respro, consigliamo (più o meno con l’aspettativa di spendere una cifra equivalente) di visitare il sito www.overside.com nella sezione antismog.

Per quanto riguarda la Totobobo, con il suo caratteristico look trasparente che l’ha resa la più diffusa nelle capitali dell’Asia dove sono abituati a ben altri livelli di inquinamento rispetto a Milano, si possono acquistare sul sito del rivenditore francese diverse combinazioni di maschere e filtri: con circa 69 euro si compra una maschera più un set di filtri sufficiente per proteggere i nostri polmoni per svariati mesi (i filtri si sostituiscono quando diventano neri, quindi è molto facile, per esempio rispetto alla Respro, capire quando hanno esaurito il proprio ciclo protettivo).

Per finire, le soluzioni “usa e getta”, che in realtà permettono di usare una mascherina tecnica anti-particolato anche per una settimana intera, possono farci spendere poco più di 2 euro a maschera e darci la garanzia di massima igiene ed efficienza filtrante. Trattandosi di mascherine che nascono per garantire la sicurezza in ambiente di lavoro, gli svariati modelli di maschere N95/FFP1,2 o 3 di 3M (acquista on-line) vengono venduti a pacchetti multipli in siti specializzati. Una valida e nostrana alternativa personalizzata proprio per l’utilizzo non lavorativo di questo tipo di maschere è costituita dalle diverse linee prodotte dalla genovese ICEA. Dal loro sito ufficiale ICEA possono essere selezionati e acquistati pacchetti molto convenienti di maschere con vario potere filtrante e anche dotati di valvole per facilitare la respirazione.

Insomma, le alternative sono davvero tante e pur non essendo economicissime, vale sicuramente la pena proteggere il nostro corpo dall’inquinamento senza dover rinunciare al piacere del muoversi all’aria aperta.

Certo, se il comune si degnasse di prendere in considerazione in fornire il giusto supporto ai ciclisti e agli sportivi (per esempio regalando filtri e mascherine fintanto che non si decidano a prendere decisioni serie e radicali sull’inquinamento), saremmo tutti più contenti.

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