Dracula e il mito dei vampiri, alla Triennale di Milano fino al 24 marzo

Chi/Cosa: Dracula e il mito dei vampiri
Quando: Fino al 24 marzo 2013
Dove: Triennale Milano, viale Alemagna 6
Come (arrivare): A piedi, in bicicletta, MM 1/2 fermata CADORNA F.N., Bus 61, Tram 1, 19, 27
Perché: …appunto, perché andarci?
$: 8,00/6,50 Euro
Aspettative: tanta mitologia e credenze popolari, racconti di paura ancestrali che hanno portato alla nascita della figura del vampiro, spiegazioni della formazione del mito in tutti i continenti, collegamenti alla cultura popolare: film, romanzi, Dracula, Twilight e Buffy e tutto il resto.

Cosa ho trovato: una mostra scarna, pensata male e allestita peggio, ad un prezzo esoso.

Si inizia con Bram Stoker: comprensibile, è stato il romanzo che ha cementato nella cultura popolare il mito del vampiro. Un terzo della mostra è dedicato solo a quello (romanzo e film di Coppola) e alla figura di Vlad III l’impalatore, il principe valacco che respinse i turchi alle porte dell’Europa e che ne impalò a migliaia. Peccato che Vlad Tepes è un personaggio storico, controverso, che però ha ben poco in comune con il COnte Dracula del romanzo di Stoker. Le opere presenti in questa sezione spaziano dal famoso ritratto di Vlad (bellissimo) alle armature e le frecce usate dall’esercito contro i turchi, una copia orginale del romanzo di Stoker…

Ma come nasce il mito del vampiro?

Solo accennate le leggende popolari, diventate credenze e convinzioni per i popoli slavi nell’epoca pre-industriale, legate all’oltretomba e alle figure mitologiche che lo popolano, tra le quali quella degli esseri mostruosi che si nutrono di sangue, i vampiri.

Passiamo alla seconda parte della mostra, un’ampia sala che contiene tre schermi con proiezioni di film, vecchi e nuovi, sui vampiri. Assolutamente deludente. Personalmente, doppiamente deludente, perché il curatore della mostra è il mio professore di Cinema ai tempi dell’università, il critico cinematografico Gianni Canova. Decisamente contenuti troppo “alti” per una mostra che dichiara fin dai manifesti pubblicitari tutta la sua natura “popolare”. Due perle però sono degne di nota: gli storyboard del film Dracula di Francis Ford Coppola e l’armatura originale vestita da Gary Oldman all’inizio del film.

Terza parte della mostra, splendidamente inutile: costumi di scena utilizzati a teatro da “Donne Vamp” (!), riflessioni dell’architetto Italo Rota su Dracula come “costruttore di città”, una saletta con disegni a tema di Guido Crepax con protagonista Valentina.

Se Fantozzi avesse visitato questa mostra l’avrebbe definita come il film la Corazzata Potemkin: “una cagata pazzesca!”. Io semplicemente vi consiglio di utilizzare in modo diverso il tempo prezioso dei vostri weekend milanesi. Per saperne di più sui vampiri, utilizzate Wikipedia, è molto più interessante e costa meno.

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